Architettura e Archeologia in via dei Villini
2017, 244 pp., 80 ill. col., 80 ill. b/n
Copertina cartonata, 21 x 28 cm
ISBN: 9788891314031
Dalla premessa del Prof. Francesco Prosperetti Soprintendente alla
Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma
È una grande soddisfazione per me quale architetto a capo di una Soprintendenza per l'archeologia
vedere realizzato un così felice connubio fra resti archeologici e interventi di ristrutturazione in un
edificio storico.
È proprio qui che le due diverse professionalità hanno trovato campo libero per colloquiare ed ottenere
degli ottimi risultati.
Devo pertanto lodare i miei tecnici che con capacità e perseveranza hanno saputo conservare e
tutelare il nostro patrimonio archeologico e ringraziare il team della Committenza per aver avuto la
pazienza e le doti professionali necessarie per sviluppare un progetto di grande qualità.
Il risultato ottenuto ci ripaga per tutte le testimonianze archeologiche che sono state rimosse o lasciate
sepolte sotto le costruzioni nel secolo scorso, e permetterà a chi lavora nell'edificio e a coloro
che lo frequenteranno di comprendere quanto sia ricco il patrimonio archeologico della città e quanto
sia presente in ogni quartiere e vicino alla nostra vita quotidiana.
Anche la scelta degli oggetti esposti nelle vetrine ha voluto avvicinare il visitatore agli aspetti dell'antichità
più affini a noi ed offrirgli anche delle singolarità come la collezione di aghi crinali rinvenuti
che testimoniano tutte le fasi della lavorazione degli spilloni.
Di notevole bellezza è il pavimento in opus sectile, sopravvissuto all'incendio ed alla distruzione
dei secoli e sapientemente restaurato e reso visibile sotto il pavimento trasparente, e l'ambiente mosaicato
dove ci colpisce la presenza ed il contrasto con strutture moderne che hanno distrutto, poche
decine di anni fa, un settore di qualità della villa suburbana antica.
Non mi resta che augurarmi che questo risultato di tutela e valorizzazione sia di modello e di stimolo
per tutti i cantieri che quotidianamente mettono a confronto le testimonianze del nostro passato
con le esigenze di crescita, sviluppo e rinnovamento della nostra città.
Dal'Introduzione di Attilio Maria Navarra, Luca Navarra
Perché costruire una nuova sede? Perché il Villino?
Perché è casa, ed è ciò che facciamo da sempre!
Rispettare il luogo e la sua identità originaria, che non dev'essere snaturata o sostituita con un'altra,
ma deve fondersi con il nuovo. Ciò non deve spaventarci, non si deve pensare che un luogo storico
debba rimanere immacolato, immobile, come un oggetto da riporre in vetrina: essere vissuto, abitato,
utilizzato, ma anche ammirato, poiché vivere così come lavorare nella bellezza ci aiuta e ispira. Il Villino
che ha sede in un luogo storico ci spinge a non perdere il contatto con il nostro passato, che significherebbe
non porsi nuove prospettive e sfide, ma rimanere immobili contro la nostra stessa
natura e contro il tempo che ci spingono alla dinamicità.
Un luogo non è solo un contenitore, una scatola grigia dove semplicemente depositare oggetti e
persone, in questa triste prospettiva un luogo perde di significato e diviene un "non-luogo", dove
prospettiva e profondità si appiattiscono e dove neppure lo spirito umano sopravvive.
Il Villino aveva già una sua potente anima, il nostro compito, nel rispetto dei principi che da sempre
mettiamo in atto quando ci troviamo di fronte a un lavoro di questo genere, è la ricerca dell'identità
per cui un luogo è nato e che il Villino possedeva ancora chiara e forte sotto cumuli di macerie e polvere,
nei notevoli ritrovamenti archeologici.
Con il procedere dei lavori ci siamo trovati ad affrontare il problema di far convivere la nuova destinazione
d'uso dell'immobile con il suo glorioso passato, cemento e mattoni moderni, vetrate e
mobilio non avrebbero dovuto coprire l'antico, ma valorizzarlo, la nostra storia passata arricchisce
le persone che vi entrano in contatto, per questo motivo era importante per noi che i cenni dei nostri
antenati rimanessero indelebili e riportassero alla luce il loro passaggio, fondendosi, senza divenire
invisibili, con l'atmosfera moderna.
Dopo tanto studio e ricerca posso affermare che non solo la storia di questo Villino non è divenuta
invisibile ma è stata esaltata dalla nuova disposizione degli interni, dalla scelta dei colori e dei materiali,
che non è mai affidata al caso o al solo gusto personale, prima di tutto viene il luogo che è
parte delle persone che lo abitano.
Il cuore del Villino è oggi la sua parte antica che si fonde con la nuova prospettiva di una nuova
sede, diviene così emblema dei valori che ci contraddistinguono: valorizzazione, sostenibilità, rispetto
per l'identità.
Premessa (Francesco Prosperetti)
Introduzione (Attilio Maria Navarra e Luca Navarra)
Valore del restauro: tra permanenza storica e continuità culturale (Francesco Moschini)
Verso una Carta del "Valore Restauro Sostenibile" (Francesco Maggiore)
Archeologia urbana (Marina Clementini)
L'OPERA
Il Villino (Giangiacomo Martines)
Storia e Progetto: alle radici della modernità (Francesco Moschini)
Il contemporaneo come palinsesto. Riflessioni sulla "rigenerazione" di un'opera del Novecento (Lorenzo Pietropaolo)
Programma (Luca Aureggi, Maurizio Condoluci)
Processo
Progetto
Scavare la storia
La misura del tempo
Demolire per conoscere
Consolidamenti e nuove strutture (Cesidio Serafini)
Un cantiere pianificato (Francesco Norcia)
Lo spazio inatteso
La dilatazione dello spazio
Scolpire con la luce
Opacità permeabile
Intimità trasparente
Il luogo materico
IL CANTIERE DI VIA DEI VILLINI
Ristrutturazione, archeologia, restauro e consolidamento strutturale (Francesco Norcia, Alessandra Scardaoni, Enrico Venanzi)
Realizzazione della nuova Villa
ARCHEOLOGIA
Introduzione alla parte archeologica (Paola Filippini, Marina Clementini)
La villa suburbana (Fabio Turchetta)
Le fasi edilizie
Note
Bibliografia
Le sepolture (Romina Mosticone, Flavia Porreca, Paola Catalano)
Note
Bibliografia
Restauro e musealizzazione (Alberto Mazzoleni)
Ambiente con mosaico e piccola vasca
Ambiente con pavimentazione in opus sectile
Catalogo dei materiali
Tavole da gioco e giochi d'azzardo (Marina Clementini)
Il gioco delle dodici righe (Duodecim Scripta) e il gioco del soldato Ludus Latrunculorum
Salvadanaio fittile (Barbara Porcari)
Gli aghi crinali (Barbara Porcari)
Le acconciature femminili
Gli ornamenti e gli oggetti da toletta femminili (Barbara Ciarrocchi)
Le lucerne (Barbara Ciarrocchi)
La tavola dei romani (Barbara Ciarrocchi)
Gli oggetti in vetro (Barbara Ciarrocchi)
La ceramica invetriata (Barbara Ciarrocchi)
Note
Scheda dell'opera
Ringraziamenti