Storia del Diritto - Diritto Romano

Orazio Licandro

Cicerone alla corte di Giustiniano

Dialogo sulla scienza politica (Cod. Vat. gr. 1298).Concezioni e dibattito sulle formae rei publicae nell’età dell’assolutismo imperiale

Fra Oriente e Occidente, 5
2017, 286 pp., 16 ill. b/n
Brossura, 15 x 21 cm
ISBN: 9788891312488
ISSN: 2612-3673
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    Un manoscritto mutilo risalente al X secolo, oggi conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, contiene un prezioso, quanto misterioso, trattato anonimo di età giustinianea. Sotto forma di dialogo, due personaggi, Menas e Thomas, discutono della Scienza politica e tracciano le forme organizzative e le modalità di esercizio del potere politico di una basileia ideale. Esponenti della classe dirigente del VI secolo d.C., funzionari imperiali e probabilmente membri di quella formidabile squadra di commissari incaricata da Giustiniano di redigere la gigantesca compilazione, Menas e Thomas mettono a confronto la Kallipolis di Platone con il De re publica di Cicerone.
    Il libro affronta un testo poco studiato dagli storici del diritto che di per sé appare già come uno straordinario condensato della cultura politica, istituzionale, filosofica e religiosa dei secoli tardoantichi. Soprattutto vuol far emergere la straordinaria attualità del pensiero ciceroniano nellèra di acciaio dell'assolutismo imperiale. Alla corte di Giustiniano, in un momento cruciale della millenaria storia dell'impero romano, la voce di Cicerone tornava a risuonare nelle stanze del potere grazie agli esponenti più acuti e visionari di quel ceto di burocrati-intellettuali di Costantinopoli. Costoro leggevano, studiavano e interpretavano i classici del pensiero politico, da Platone ad Aristotele, a Cicerone, per dare soluzione ai più pressanti problemi politici e costituzionali' del loro tempo. Di Cicerone, del grande insuperato trattatista romano, recuperavano così l'idea di costituzione mista e, reinterpretandola, ancoravano abilmente l'ideologia ottimate repubblicana del migliore' al sincretismo ideologico neoplatonico e cristiano: un princeps (o basileus), legittimato da Dio e dal popolo, coadiuvato da un gabinetto' di aristocratici, avrebbe assicurato un governo temperato nel segno della concordia ordinum e della sinfonia celeste'.

    Orazio Licandro è professore ordinario di Diritto romano e di Epigrafia e Papirologia giuridica presso l'Università degli studi Magna Grcia di Catanzaro, e insegna Epigrafia e Papirologia giuridica presso il Corso di Alta Formazione in Diritto Romano dell'Università degli Studi Sapienza di Roma. Dirige il Laboratorio giuridico di Epigrafia, Papirologia e Codicologia, collane monografiche ed è componente di comitati scientifici di riviste internazionali. È Visiting Professor presso la Law School of Zhongnan University of Economics and Law di Wuhan (Cina).
    Autore di numerose monografie, ha pubblicato oltre 50 saggi sulle istituzioni giuridiche e politiche della Roma antica, su riviste internazionali, atti di convegno, raccolte di studi. Tra i suoi libri più recenti: L'Occidente senza imperatori. Vicende politiche e costituzionali nell'ultimo secolo dell'impero romano d'Occidente (455-565 d.C.) (Roma 2012); Edictum Theoderici. Un misterioso caso librario del Cinquecento (Roma 2013); L'irruzione del legislatore romano-germanico. Legge, consuetudine e giuristi nella crisi dell'Occidente imperiale (V-VI sec. d.C.) (Napoli 2015).
    È stato Consigliere comunale, Deputato nazionale e capogruppo nelle Commissioni parlamentari Antimafia e Affari costituzionali. Attualmente è Assessore alla Cultura del Comune di Catania

  • Indice

    Peri politikes epistemes. Il manoscritto e la sua storia
    Tra Platone e Cicerone
    La scienza politica tra il peri politikes epistemes e Cicerone
    L'anonimo e il governo temperato di Cicerone
    Tra costituzionalismo, filosofia del diritto e politica
    Qualche considerazione conclusiva

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