Storia del Diritto - Diritto Romano
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    Il perimetro cronologico del volume è ampio ed abbraccia un'età difficile e poco nota: dalla fine della monarchia (fine VI sec. a.C.) ai primi anni del II secolo a.C., da Papirio (Publio o Sestio) a Lucio Acilio, praet. 197. Sono tredici i personaggi studiati (Papirio, Appio Claudio decemviro, Appio Claudio il cieco, Cn. Flavio, P. Sempronio Sofo, G. Scipione Nasica, Ti. Coruncanio, Q. Fabio Pittore, Q. Mucio Scevola praet. 215, P. Licinio Crasso dives, P. Elio Peto, Sesto Elio Peto Cato, Lucio Acilio): magistrati, sacerdoti, uomini politici, storici, "sapienti" del diritto, non ancora "giuristi". Non si può infatti parlare, per quest'epoca, di una vera e propria scientia iuris, quanto invece di una più generale competenza della sfera e della pratica giuridica e politica. E nemmeno possiamo attribuire ai personaggi esaminati la composizione di vere e proprie opere scritte, fatta eccezione per il de usurpationibus di Appio Claudio il cieco, il de iure pontificio di Fabio Pittore e i tripertita di Sesto Elio. Eppure, i nomi di questi sapienti, i tratti biografici di ciascuno di essi, il pensiero politico, la loro conoscenza del diritto sacro e di quello civile vengono ricordati dalle fonti come un indelebile patrimonio comune: figure quasi mitiche, precursori del diritto, padri della scientia iuris.

    The chronological perimeter of the volume is wide and embraces a difficult and little known age: from the end of the monarchy (end of the VI century B.C.) to the first years of the II century B.C., from Papirius (Publius or Sestius) to Lucius Acilius, praet. 197. There are thirteen characters studied (Papirius, Appius Claudius the decemvir, Appius Claudius Caecus, Cn. Flavius, P. Sempronius Sophus, G. Scipio Nasica, Ti. Coruncanius, Q. Fabius Pictor, Q. Mucius Scevola praet. 215, P. Licinius Crassus dives, P. Aelius Paetus, Sextus Aelius Paetus Catus, Lucius Acilius): magistrates, priests, politicians, historians, "wisemen" of law, not yet "jurists". One cannot in fact speak, for this age, of a real Scientia Iuris, but rather of a more general competence of the juridical and political sphere and practice. Nor can we attribute to the characters examined the composition of real written works, except for the De Usurpationibus of Appius Claudius Caecus, the De Iure Pontificio of Fabius Pictor and the Tripertita of Sextus Aelius. Yet, the names of these wise men, the biographical traits of each of them, their political thought, their knowledge of sacred and civil law are remembered by the sources as an indelible common heritage: almost mythical figures, precursors of law, fathers of Scientia Iuris.
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